In fondo, anche nelle peggiori settimane, sfavillano scintilline di stupore.
Dopo un periodaccio di accolli, deadline e schifo verso il mondo, sono finalmente a arrivata ad una piccola tregua di scadenze ufficiali (una tregua di un paio di giorni, ma vabbè).
Oggi avevamo un convegno ad una fiera dell’agricoltura: cappellini da cowboy come gadget, sfilate di vitelle, gare di trattori e macchine spaccalegna.
Panico generale instillato dal Prof, perché nell’audience ci sarebbero stati tecnici, personaggi pratici che coi numeretti e coi p-value non ci fanno niente. Peccato che noi passiamo il tempo a produrre numeretti e p-value, ma qui bisogna essere duttili.
Appena sono andata a sedermi, dopo la mia presentazione, un tipo si è avvicinato quatto quatto a chiedermi se voglio scrivere per la sua rivista.
Io ‘sto tipo, tra l’altro, senza alcuna ragione, avevo chiesto pure ai miei colleghi chi fosse, mentre era seduto alle nostre spalle, prima di iniziare; nemmeno so perché l’avevo chiesto.
Il tipo comunque era venuto da me perché l’abbinata informatica – zootecnia è molto interessante, perché gli è piaciuto quello che ho detto, come l’ho detto, tutto compiaciuto, una specie di talent scout come quelli dei miei fotoromanzi. Ma cosa ne sa, e se poi scrivo Ce Lai e D’appertutto? Come fa ad abbinare quello che ho esposto -anche un po’ sciuésciué- a ciò che potrei scrivergli? Io ho solo parlato e indicato dei porci stilizzati con le crocette sopra. Cosa vede la gente per interessarsi tanto, mentre io perdo conoscenza e il demone della sensatezza parla al posto mio?
Non ho manco fatto cabaret, non è nemmeno passato un monaco buddista a prima mattina.
Non lo so, io stavo solo pensando che l’ultima volta che ho visto dei padiglioni erano quelli della Fiera di Roma, prima che tutto il mio mondo interiore venisse stravolto da AdesivoRitrovato. Il mio mondo è ancora stravolto e nessun nuovo incontro strano riesce a reggere il confronto, ma devo constatare che alle fiere i personaggi un po’ WTF capitano sempre. A me.